Nella viticoltura, le terroir rappresenta l’interazione tra la vite e l’uomo in un circoscritto territorio (inteso come contesto pedoclimatico, culturale, sociale e storico).
Prima dei francesi, i Romani avevano coniato la felice locuzione genius loci, lo spirito del luogo. Proprio il luogo naturale (il territorio) è visto come un sito con una precisa identità, sempre riconoscibile, con caratteri che possono essere eterni o mutevoli. Questo a significare che il territorio è essenziale, esprime le forze della natura e il genius loci rappresenta l’interazione tra il luogo e la sua identità.
“se è certo che un terroir è capace di nobilitare un vitigno, è altrettanto certo che non può accadere il contrario’
Mario Fregoni
È quanto afferma con decisione il noto professore internazionale di viticoltura, precisando che questo concetto non è replicabile. L’uomo e la vite interpretano il territorio. Tutte le azioni umane, devono necessariamente trovare il luogo adeguato in cui accadere e la relazione tra l’uomo e la vite ha bisogno di tempo per raggiungere l’equilibrio armonico nel territorio. Tempo assiduo, quello della cura e dell’osservazione quotidiana, tempo lungo, quello della comprensione, tempo storico, quello della consacrazione. L’elemento tempo è determinante.
Esiste quindi un legame ambientale indissolubile tra la vite e l’uomo che coltiva quella vite.
L’elevato numero di varietà di viti e la presenza di ceppi centenari in molti vigneti oggi caratterizzano i vini delle Marche proprio in virtù di questo legame dato dalla singolare combinazione di più elementi strutturali: storici, sociali, geografici e culturali. Nella sola provincia di Macerata, sono circa una ventina i produttori che hanno deciso di dedicarsi alla coltivazione delle uve di Ribona Maceratino preferendolo a vitigni internazionali che faticano ad esprimere la loro autenticità. I versanti collinari dell’areale dei Colli Maceratesi con esposizione a levante-mezzogiorno e le valli perpendicolari al mare, rappresentano l’habitat ideale per i vigneti di Ribona Maceratino e consentono a questo vitigno ultracentenario identitario (leggi qui la sua storia) di esprimersi al meglio. Questi viticoltori attenti alla qualità dei loro vini e alla valorizzazione del territorio in cui sono cresciuti, hanno recepito che la qualità di un vino dipende proprio dai benefici di più fattori combinati tra loro (terroir specifico) ovvero dalle qualità e dalla struttura del terreno da cui ha origine e cresce la vite, dal tipo di esposizione al sole, dalle escursioni termiche, dall’influenza del vento più o meno caldo, dagli influssi del mare e da un lungo e attento lavoro di squadra svolto dal vignaiolo e l’agronomo in vigna. e poi dall’enologo in cantina.
Tutto ciò è la dimostrazione di come l’agricoltura, attraverso il lavoro dell’uomo, può identificare e custodire un territorio, con le sue storie, i suoi caratteri distintivi e le sue tradizioni.